Mostra 2025 – Giornate degli Autori: Gianni Di Gregorio torna al Lido di Venezia per presentare Come ti muovi, sbagli. Intervista
Il regista romano presenta un film poetico, giocoso e delizioso sulla famiglia e sull’amore che una persona prova per la sua compagna, per i suoi figli e per i suoi nipoti.
© Francesco Gallo
Nato a Trastevere, a Roma – un quartiere e una città che sono veri protagonisti nella sua filmografia e luoghi dove tuttora vive e lavora –, Gianni Di Gregorio si appassiona al cinema fin da bambino, trascorrendo le mattine a scuola e i pomeriggi nelle salette cinematografiche rionali, vedendo fino a tre film al giorno: una storia d’amore per la settima arte che diventerà la storia della sua vita.
Dopo gli studi classici si iscrive a Lettere Moderne, ma prima della laurea abbandona per frequentare l’Accademia di Arti Sceniche di Roma diretta da Alessandro Fersen. Si diploma in regia e recitazione e per tre anni lavora nel Laboratorio di ricerca sperimentale di Fersen. Il cinema ha sempre fatto parte della sua vita.
Prima di fare il grande passo ed iniziare a fare film, Gianni Di Gregorio scrive, nel 2007, con Braucci, Chiti, Gaudioso, Saviano e Garrone, la sceneggiatura di Gomorra di Matteo Garrone (David Di Donatello e European Film Awards per la sceneggiatura). Nel 2008 esordisce alla regia con Pranzo di Ferragosto, grande successo di pubblico e di critica (Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis e David di Donatello per il miglior regista esordiente).
Il cinema di Gianni Di Gregorio trae ispirazione dalla sua vita, dalle piccole e grandi storie di tutti i giorni, che il regista mette in scena con umorismo leggero, con una deliziosa autoironia, in un’atmosfera malinconica che ricorda il Neorealismo italiano degli anni Cinquanta. Con Come ti muovi, sbagli, e anche questa volta nella doppia veste di attore e regista, è ovviamente di nuovo il caso.
Come ti muovi, sbagli racconta la vita di un professore settantenne in pensione (Gianni Di Gregorio) che, nel suo appartamento di Trastevere, dopo anni di equilibrio fra una buona pensione, gli amici e forse una nuova possibilità sentimentale (Iaia Forte), vede la quotidianità sconvolta dall’arrivo della figlia (Greta Scarano) dalla Germania, in piena crisi coniugale dopo il tradimento del marito Helmut (Tom Wlaschiha) e con due vivaci bambini al seguito. In un voto d’espiazione, il marito viene a piedi dalla Germania in Italia per ottenere il perdono della moglie, un elemento narrativo che permette a Gianni Di Gregorio di filmare paesaggi al di fuori della sua città preferita. Come al solito, il regista incarna alla perfezione il personaggio di questo professore, placido e abitudinario, le cui tranquille giornate vengono sconvolte dal ritorno a casa di sua figlia e dei suoi due nipoti. Un personaggio a lui così vicino da regalare emozioni e umorismo, provocando numerose risate.
Parlare d’amore può significare molto o niente; tanto è stato scritto e filmato su questo argomento. Conoscendo Gianni Di Gregorio attraverso la lettura delle sue sceneggiature e la visione del mondo dei suoi film, l’amore può significare, invece, tante cose ed emozioni, con il sapore di vivere la lingua poetica del regista immergendosi nella musicalità e nel ritmo di un linguaggio che diventa rappresentazione teatrale.
Come ti muovi, sbagli parla dell’amore, delle gioie e dei sacrifici che si devono fare per amore dei propri cari per mantenere una famiglia unita. «C’è una cosa della quale noi umani, a quanto pare, non possiamo fare a meno: la famiglia. Infatti, che cosa c’è di più bello della famiglia? E che cosa c’è di più impegnativo della famiglia, con il suo incommensurabile carico d’amore che schiaccia ogni velleità personale, ogni anelito di libertà e di pace? Credo nella possibilità di migliorare i rapporti umani, mi viene di fare questo cinema così dedito all’apertura. Il mio è un cinema costruito sulle persone normali, donne e uomini che considero i veri eroi del nostro tempo», scrive il regista, co-sceneggiatore e protagonista, nelle pagine di presentazione del film in programma alle Giornate degli Autori.
Dopo la proiezione veneziana, anche il pubblico ha creduto nella possibilità di migliorare i rapporti umani grazie all’entusiasmo e all’ottimismo che il film porta con sé. Intervista al regista Gianni Di Gregorio:
Firouz E. Pillet, Venezia
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