Locarno 2025: Le bambine, di Valentina e Nicole Bertani, rappresenta l’Italia in corsa per il Pardo d’oro. Intervista
Il primo lungometraggio delle sorelle Bertani, con protagonista una bambina di otto anni, immerge il pubblico in un coming-of-age ambientato nell’Italia degli anni ‘90.
© Emma Film
Le bambine racconta la storia di Linda (Mia Ferreri), bambina di otto anni che lascia la villa svizzera della ricchissima nonna (Cristina Donadio) per trasferirsi in Italia, nella regione di Ferrara, con la madre Eva (Clara Tramontano). Qui trova due nuove amiche, Azzurra (Agnese Scazza) e Marta (Petra Schegia), con cui forma una banda per proteggersi e difendersi a vicenda, circondate da genitori egoisti con sogni fragili, vicini pettegoli e una babysitter queer, Carlino (Milutin Dapčević), alla ricerca del proprio posto in un mondo omofobo. Nel cast del film figurano anche Jessica Piccolo Valerani e Matteo Martari (il padre).
Le eclettiche sorelle Bertani, note per le loro creazioni nei settori dei video pubblicitari e della grafica, hanno fatto un lavoro particolarmente accurato sia sulla musica che sui colori. Le due registe hanno creato un universo popolato da vari personaggi: una madre che cade in depressione, un fumatore incallito che è il babysitter delle bambine, Carlino, vittima d’omofobia; un universo che si preparava allegramente alla catastrofe, sulle note di Maracaibo, e dove si chiama alla radio per condividere con gli altri canzoni da cantare a squarciagola in macchina. Le bambine del titolo sono circondate da questo disagio, eppure sono vitali, come se ne fossero immuni, sempre pronte a rovesciare gli aspetti negativi, specie gli adulti che gravitano attorno a loro senza preoccuparsi di loro.
Grazie a questo approccio, le bambine danno vita a una gang che si protegge dagli adulti attraverso la sorellanza e la queerness. In questo mondo in cui tutti sembrano diventare invisibili, soprattutto le bambine e le loro babysitter queer, la ribellione e la solidarietà permettono di resistere. Questa resistenza delle minoranze dimenticate rievoca l’opera di Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo (1966).
Il titolo internazionale Mosquitoes si riferisce sì alle zanzare ma anche alle bambine, confermando la molteplicità di significati che Valentina e Nicole Bertani attribuiscono a questo termine. Le due sorelle hanno attinto ai loro ricordi per scrivere e girare questo film, raccontandoci una storia profondamente personale sulla loro infanzia, un momento sospeso in cui costruivano e immaginavano se stesse al di là delle imposizioni di una società creata da adulti (maschi) per adulti (maschi). Distillano nel loro estro autobiografico un inno al sodalizio femminile, alla sorellanza, alla queerness e alla diversità (già al centro del documentario La timidanza delle chiome (2022), firmato da Valentina e presentato alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia, nonché candidato come miglior documentario ai Premi David 2023; opera prima di Valentina, è un film su Benjamin e Joshua, due gemelli omozigoti di 19 anni, dai capelli fulvi, con una disabilità intellettiva e un naturale carisma unito a una buona dose di spavalderia).
Nel film in gara a Locarno, queste bambine del titolo si rivelano irriverenti, liberate e ribelli, divenendo padrone del proprio destino. Non hanno alcuna intenzione di piegarsi alle regole di una società eteropatriarcale che le trasformerebbe in donne obbedienti e ben educate, pronte a soddisfare e compiacere lo sguardo maschile. «Le principesse sono disgustose», insiste Linda, uno sfogo che nasce dal profondo e che si trasforma in un grido di ribellione contro ciò che una «donna» dovrebbe essere.
A Locarno, intervistate in Piazza Grande, le sorelle Bertani ci hanno parlato del loro lavoro per ricreare l’atmosfera degli anni Novanta, il periodo della loro infanzia, della loro ricerca musicale, ma anche della difficile condizione delle registe donne in Italia, ancora poco sostenute nel loro lavoro:
Firouz E. Pillet, Locarno
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